4 GIORNI DOPO: GRANDE È LA CONFUSIONE SOTTO IL CIELO

Quattro giorni dalle elezioni e la domanda che imperversa su giornali, tv, commentatori, conciliaboli, militanti è: che farà il PD? Come se queste elezioni le avesse vinte il Partito Democratico, come se fosse sua adesso la responsabilità di formare un governo. Gli elettrori, ahimè, sono stati chiari. Ci hanno relegato al terzo posto, di molto lontano dai primi due schieramenti. Il perchè è contenuto nelle analisi di moltissimi commentatori e, almeno secondo me, può essere sintetizzato in tre elementi:

abbiamo raccontato un’Italia che non esiste. Che speriamo esisterà a breve, perchè la ripresa economica ormai pare esserci per davvero. Ma tra chi ti dice che oggi stai bene, quando invece stai male, e chi dice che stai male e che quindi ti do 780 euro al mese è chiaro che stravince il secondo.

– viviamo in un mondo – che va da Trump a Putin – che sui temi dell’intolleranza (ricordate il muro ai confini con il Messico) e dell’isolazionismo (i dazi, quel pazzo vuole reintrodurre i dazi) va spaventosamente e pericolosamente a destra. L’Europa, che sta i mezzo, non è da meno: dalla Brexit ai partiti xenofobi che entrano nei vari Parlamenti.

l’antipatia di chi guida(va) il Partito Democratico. La livorosa conferenza stampa di lunedì ne è l’ennesima dimostrazion. E’ inutile nascondere questo elemento. Renzi è antipatico almeno quanto lo è D’Alema. E come se il suo principale bersaglio gli abbia mandato (io ci credo sia andata proprio così) un gigantesco malocchio.

Ma quindi adesso il Partito Democratico che fa?
La scelta di stare all’opposizione è ormai una convinzione diffusa. D’altronde è difficile stare con un governo che vuole la flat tax o con uno che vuole ridurre le vaccinazioni obbligatorie. Ancora più difficile stare con chi pensa di risolvere il drammatico problema della povertà e della disoccupazione con il reddito di cittadinanza (ah no, questo non subito perchè come dice Giggino Di Maio: “Per il reddito di cittadinanza dovremo aspettare qualche anno perchè prima devono essere riformati gli uffici per l’impiego”.).

Insomma oggi come oggi la situazione mi pare complicata.

La responsabilità che in tanti, troppi, chiedono oggi al Partito Democratico dovrebbero oggi chiederla anche ai vincitori. Per ora nessun segno: petti bene in mostra e muscoli ancora in tiro.

La politica però è strana e prima che il Presidente della Repubblica chiami i partiti per vedere chi ha i numeri per formare un governo in Parlamento (perchè siamo ancora una democrazia parlamentare) manca molto tempo. Se sarà tattica lo scopriremo tra qualche settimana.

Per quanto mi riguarda però basta responsabilità a senso unico.

Alla prossima

Ah dimenticavo che le elezioni andassero #dimmerda era chiaro già da sabato sera: la Juve segna al 90+3 (meno male altrimenti sarebbero ancora lì a giocare il recupero) e il Napoli perde, immeritatamente, contro la Roma.