Sei domande a Sergio Muro. Di Erika Nicchiosini

Ho incontrato la giornalista Erika Nicchiosini qualche settimana fa. Dalla chiacchierata informale che ci siamo fatti è nata questa breve intervista che ha regalato al mio blog. Grazie Erika

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Continuare insieme il viaggio interrotto, per portare avanti l’eredità politica e amministrativa del
sindaco Nicola De Ruggiero, tragicamente scomparso ad aprile dopo una lunga malattia. A
raccoglierne il testimone, affrontando una campagna elettorale anomala e anticipata di un anno, sarà
il vicesindaco reggente Sergio Muro, per tanti anni a fianco di De Ruggiero sia in Comune sia in
Regione, quando fu nominato assessore all’Ambiente nella giunta Bresso. Nel 2017 la squadra di
De Ruggiero sconfisse al ballottaggio Mauro Marinari di Rivalta sostenibile (sostenuta dal M5s, che
però non si presentò alle elezioni), riportando il Pd e il centrosinistra alla guida della città.


Vicesindaco, come accoglie questa responsabilità?
«Sono stati mesi difficili. Con Nicola avevamo tutt’altri pensieri su come affrontare il termine della
consiliatura. Avevamo deciso che nell’ultimo anno di amministrazione non avremmo asfaltato una
strada, per non arrivare in campagna elettorale con la città piena di cantieri perché odiavamo l’idea
che si pensasse fossero funzionali alle elezioni. E invece ci troviamo con il centro storico
sottosopra: questo non è il tempo delle nostre elezioni. Oggi sento una doppia responsabilità:
politica e personale. Provare a governare la città per altri cinque anni con la stessa coalizione con
cui abbiamo governato insieme, e raccoglierne l’eredità. In oltre vent’anni di frequentazione ho
imparato molto da Nicola. Spero di riuscire, seppur con la mia individualità, a portare nella
prossima amministrazione un po’ di quello stile di confronto con i cittadini, di modalità di stare in
mezzo alla gente che lui ha avuto in questi 4 anni».

Quali saranno i temi su cui lavorerà in caso di elezione?
«Lavoreremo su un filone immateriale, che è quello di far crescere nella nostra Rivalta un vero
senso di comunità attraverso gli eventi e il rilancio della cultura, e uno materiale come il
mantenimento della bellezza del verde, la tutela del parco del Sangone, della collina morenica, dei
parchi urbani, la manutenzione. Nella fase del lockdown molte famiglie si sono trasferite qui per
allontanarsi dalla città. Negli ultimi due anni si registra un trend di aumento delle nascite, segno che
a Rivalta si vive bene. L’altro tema, su cui abbiamo già lavorato nelle scuole, è quello
dell’inclusione che vogliamo declinare su tutta la città. Su questo vorrei lasciare un segno. Poi ci
saranno tante opere pubbliche, ma è sulle due precedenti che mi piacerebbe lasciare un segno».

Molti cittadini lamentano un divario tra centro e periferie…
«Per questa ragione sono stati fatti moltissimi investimenti nei quartieri. Dalle asfaltature agli orti
urbani ai campi sportivi a Tetti Francesi, nuovi impianti sportivi e il monumento al 25 Aprile a
Pasta, i campi sportivi e la rotatoria di Parbernasca a Gerbole. Credo gli amministratori debbano
farsi carico di questo tema, che a volte è un disagio sociale a cui si può sopperire provando ad
avvicinare i servizi, avvicinando le istituzioni con la presenza fisica. Io sono di Pasta, il quartiere
più lontano: è una distanza fisica che ora risolveremo con la pista ciclabile su via San Luigi».

Una problematica più volte segnalata è quella degli atti vandalici: esiste un problema
giovanile a Rivalta?

«Bisogna fare i conti con il disagio che per fortuna da noi non è presente come altrove ma c’è ed è
crescente. Quello che non voglio fare è giustificare questo tipo di comportamento. Rivalta è stata
splendida nel portare avanti progetti per il recupero e siamo i primi a spingere perché la pena sia
rieducativa. Mettiamo a disposizione polizia locale e assistenti sociali. Poi c’è il tema di come le
istituzioni affrontano il disagio, che non può essere delegato ai soli Comuni. Se ciò che è stato fatto
sinora non è stato efficace, bisogna trovare nuovi modelli».

Rivalta è tra i comuni interessati dalla realizzazione della Tav Torino-Lione: si Tav o no Tav?
«Non è una scelta nella disponibilità dell’Amministrazione. Sono favorevole allo sviluppo dell’alta
velocità in Italia e credo che sulla tratta nazionale si possano fare ancora tantissime riflessioni sul
mantenere la linea storica, come già individuato da precedenti ipotesi e bozze progettuali»

C’è un punto del suo programma su cui vorrebbe spingere nei primi 100 giorni?
«Vorrei lavorare bruciando le tappe sulla realizzazione del primo parco inclusivo della città. Un
luogo in cui tutti i bambini anche quelli con disabilità, nonni e famiglie possano coesistere, convivere e fare le
stesse esperienze».

Erika Nicchiosini