Il mio intervento al primo consiglio comunale da Sindaco.

Dopo aver giurato con la fascia tricolore addosso e un po’ di emozione ho presentato al Consiglio Comunale le linee programmatiche per i prossimi cinque anni.

E’ un intervento un po’ lungo, per cui non mi offendo se ne leggerete solo una parte;-)

C’è una bellissima frase di Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze del secolo scorso, che racchiude in poche parole l’intero nostro programma. L’ho usata nel corso della campagna elettorale e la ripropongo questa sera anche a voi: “Fate della Città uno strumento efficace della vostra vita associata; sentitevi, attraverso essa, membri di una stessa famiglia.” 

In queste diciotto parole sono condensati tre concetti fondamentali:

La Città come uno strumento: usiamola nei suoi servizi, nelle sue bellezze, nelle sue innumerevoli potenzialità. Usiamola per viverla, bene e tutti, amiamola e rispettiamola.

La nostra vita associata: il meraviglioso e prezioso mondo del terzo settore e del volontariato, organizzato e spontaneo, che si esprime a Rivalta in moltissime attività e che rappresenta uno dei tesori della nostra comunità.

La famiglia: Rivalta è già oggi una Città amica della famiglia. La scelgono molte giovani coppie che decidono di restare o trasferirsi qui per costruire il proprio nido. Ed è proprio intorno al concetto di famiglia, inteso nel senso più ampio del termine, che ruoteranno tutte le nostre politiche: da quelle sociali a quelle educative; dalle politiche ambientali a quelle urbanistiche; da quelle culturali a quelle dei trasporti

Vogliamo che la famiglia diventi il cuore pulsante della nostra comunità

Costruiremo per i nostri bambini una “piccola dote” composta da risorse economiche, servizi, attività e opportunità. 

Il programma amministrativo che abbiamo presentato agli elettori si pone in piena continuità con quanto realizzato dalla Giunta guidata dal nostro caro Sindaco Nicola de Ruggiero che ricordiamo con affetto, commozione e stima. Lo è nella composizione della Giunta, lo sarà nel metodo di governo basato sull’ascolto sulla presenza fisica, lo vedrete rappresentato nelle principali linee di sviluppo che stasera presenterò a cui vogliamo continuare a dare gambe e ossigeno.

Il mandato 2021-2026 parte da alcune premesse profondamente diverse rispetto all’ultimo quadriennio. La situazione pandemica ci impone l’obbligo di rispondere a nuove emergenze: la tutela e la salvaguardia della salute pubblica, il recupero di una dimensione sociale per molti aspetti perduta e, soprattutto, la necessità di creare occasioni e opportunità di lavoro per i tanti che stanno soffrendo una situazione economica senza precedenti. Su questi temi, con le competenze proprie di un Comune, ci impegneremo nei prossimi cinque anni.

Prima di provare a declinare il programma amministrativo, soffermandomi solo sulle novità che intendiamo aggiungere ad un percorso iniziato quattro anni fa, mi permetterete di fare alcune considerazioni sul tempo che stiamo vivendo e su come le nostre incertezze e paure, ma anche le speranze e i sogni che coltiviamo, condizionano le nostre vite e conseguentemente il nostro lavoro.

Siamo entrati in una fase nuova, quella del green pass obbligatorio per svolgere la gran parte delle nostre azioni quotidiane. Non entro nel merito della scelta del governo, che ricordo però essere sostenuto da un numero significativo di forze politiche, né voglio parlare degli scontri, e della deriva che questi stanno prendendo, né di chi strumentalizzando le legittime paure si pone l’obiettivo di minare la nostra democrazia. 

Quello che registro e di cui voglio fare un breve cenno sono le difficoltà e le ripercussioni che la macchina amministrativa sta subendo.

Porto solo un esempio di ciò che sta capitando in questi giorni. 

In alcuni settori, per fortuna molto pochi ma comunque nevralgici perché a diretto contatto con l’utenza, ci troviamo con la metà dei dipendenti in servizio. L’altra metà ha scelto, legittimamente tutelata dalle norme, di non venire a lavorare. Possono decidere se presentarsi o meno, a seconda che abbiano o meno il green pass. Capite che qualsiasi azienda o ente pubblico non può vivere con queste incertezze che minano la programmazione delle attività e il rapporto di fiducia con i cittadini che si attendono da noi risposte ai loro bisogni e alle loro richieste: dalla carta di identità all’ottenimento di un permesso per una qualsiasi ristrutturazione edilizia, per fare due esempi di ambiti diversissimi tra loro.

Accanto a questa situazione, che mi auguro rappresenti una breve contingenza, ci troviamo a dover costruire una nuova normalità. 

Perchè se c’è una cosa che questa pandemia ci ha insegnato, è che in molti ambiti della nostra quotidianità nulla sarà come prima: a scuola, nel mondo del lavoro, nei servizi pubblici, nelle relazioni sociali. Ed è questa la sfida più grande che abbiamo di fronte, quella che deve far tremare i polsi a chi come tutti noi è chiamato a governare questa transizione.

E’ dentro questa duplice cornice di riferimento – la frase di Giorgio La Pira e la pandemia da Coronavirus – che faremo del nostro meglio per onorare il patto che abbiamo stretto con gli elettori.

Lo faremo continuando a mettere al centro i più piccoli: i bambini e le bambine.

Sono proprio loro infatti la migliore assicurazione che Rivalta fa per il suo futuro.

La scuola è il luogo in cui si garantisce la buona crescita e il ben essere di tutti i ragazzi, la qualità degli apprendimenti e la costruzione delle competenze fondamentali per essere pienamente cittadini oggi e in futuro. Rivalta è orgogliosa delle sue scuole, che sono state il nucleo di un percorso pluriennale animato da confronto, attenzione e cura verso chi si trova più in difficoltà. 

Intendiamo confermare e incrementare quanto fatto, per far sì che possano emergere le potenzialità e le autonomie di tutti i ragazzi, anche al di fuori dello spazio strettamente riconducibile alla didattica. 

L’integrazione del sistema scolastico con la comunità rappresenta quindi un nodo nevralgico verso il quale è necessario continuare a convogliare attenzione, progettualità e risorse.

Un lavoro che la vicesindaca Agnese Orlandini ha condotto con instancabile passione ed entusiasmo e che sono sicuro continuerà a svolgere allo stesso modo, così come la conosciamo.

Per questo ci impegneremo a rafforzare, anche in sinergia con il privato sociale, la ricettività dei nostri asili nido; a consolidare i Patti di comunità mettendo al centro i bisogni dei bambini ed intorno ad essi la scuola, i genitori, il terzo settore, l’amministrazione comunale; a sostenere con ogni sforzo chi presenta difficoltà di apprendimento e chi ha esigenze speciali; a garantire a tutti la possibilità di frequentare le attività integrative e la mensa scolastica.

Per questo, lo abbiamo annunciato nella campagna elettorale, nelle prossime settimane uscirà un bando per sostenere le famiglie nel pagamento di questi servizi.

Ma è altrettanto importante che i nostri ragazzi frequentino spazi sicuri, funzionali e belli. L’edilizia scolastica, chi era in consiglio nei quattro anni precedenti lo sa, è uno dei temi sui quali più abbiamo lavorato. I progetti ci sono, quello del Polo dell’Infanzia del Sangone “Mary Poppins – Ilaria Alpi” è stato finanziato e alla fine di questo anno scolastico partiranno i lavori. Sugli altri due, Polo dell’Infanzia di Pasta e Primaria Garelli di Tetti Francesi, continueremo a cercare i giusti ed indispensabili finanziamenti statali e regionali. Ma non vogliamo fermarci qui. La sfida dei prossimi cinque anni sarà concentrata sulla scuola Italo Calvino di via Piossasco.

C’è un tema però, che sta passando sottotraccia e che per molti sembra ormai una scelta inevitabile. Si tratta del tempo scuola, delle ore di insegnamento che lo Stato garantisce nella scuola primaria e che stanno gradualmente diminuendo di anno in anno. Lo segnalo a chi non ha più e a chi non ha ancora figli o nipoti in età da elementare. Mi auguro che la politica e la società si rendano conto delle ricadute che questa scelta avrà sulle famiglie, in particolare sulle donne, e sugli enti locali che si troveranno a gestire un nuovo tempo scuola da riempire e finanziarie.

C’è poi la dimensione sportiva e aggregativa dei nostri ragazzi che è complementare al tempo che vivono a scuola. Anche qui, almeno per l’impiantistica outdoor, la situazione in cui si trova Rivalta è cambiata in meglio. E’ bellissimo sia vedere le nuove aree sportive piene di giovani nel pomeriggio e nei fine settimana, sia vederle utilizzate dalle nostre scuole come palestre all’aperto. Abbiamo fatto uno sforzo nel sostenere le famiglie e le società sportive in tutti questi anni incrementando le risorse su questo settore. Il bonus sport è stata una misura importante che confermeremo nei prossimi anni.

Ma c’è un tema annoso e non più rinviabile che ci viene posto dalle società sportive come la criticità principale: la necessità di avere a disposizione più spazi al chiuso per poter praticare basket, pallavolo, calcetto per citare gli sport più noti. E’ una fatica quella che l’assessore Nicola Lentini ha compiuto e dovrà compiere ancora per costruire il calendario degli utilizzi. Una fatica che necessita di doti psicologiche  molto forti, di calma e di pazienza. Anche per questo, per il suo benessere psicofisico, ci impegneremo a realizzare una nuova palestra. Lo faremo insieme alle società sportive, che in questi lunghi mesi hanno dimostrato professionalità e dedizione e che mai come in questo periodo storico si trovano di fronte ad una grande responsabilità: recuperare i tanti, troppi ragazzi che negli ultimi diciotto mesi hanno abbandonato lo sport di base. 

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Anche quando siamo stati costretti a rimanere a casa, abbiamo potuto apprezzare quanto fosse bella, larga e coesa la nostra comunità. Lo è per la ricchezza dell’associazionismo che con generosità si occupa di moltissimi aspetti della nostra vita sociale. Provate a pensare ad un ambito della nostra quotidianità e, sono certo, troverete un pezzo di volontariato che se ne occupa. Per questo continueremo a sostenerne le attività e a fare nostro il principio di sussidiarietà orizzontale sancito ormai dal 2004 nell’articolo 118 della nostra Costituzione.

Ma c’è un aspetto su cui vogliamo dare un maggior impulso. 

Rivalta ha un potenziale di volontariato civico enorme. Lo dimostra l’elevato numero di associazioni e gruppi spontanei che quotidianamente si dedicano alla tutela del bene comune. 

Oltre alle realtà organizzate esiste infatti una quantità di rivaltesi pronti a dare una mano nella loro via, nel loro quartiere, nelle scuole dei propri figli o nipoti; disponibili a prendersi cura di pezzi del nostro patrimonio pubblico.

Sarà uno dei compiti dell’assessore Alessia Aragona promuovere il regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni urbani; consolidare le esperienze estive di cittadinanza attiva per i ragazzi e realizzarne in collaborazione con le associazioni che già se ne occupano anche con gli adulti. 

Sono convinto che proprio lavorando su questi aspetti sarà possibile prevenire gli atti di teppismo e vandalizzazione di edifici e attrezzature pubbliche che hanno interessato Rivalta nei mesi scorsi. Senza voler mai giustificare e sottovalutare questi comportamenti, riteniamo necessario agire sul lato della prevenzione del disagio e nei percorsi rieducativi. Lo continueremo a fare insieme ai servizi socio-assistenziali, all’ASL, alla Polizia Municipale.

Intorno a questi temi, insieme a quelli più strettamente ambientali, ruoterà la delega alla sostenibilità che ho voluto assegnare ad Alessia Aragona e che sono sicuro saprà riempire con entusiasmo di nuove ed innovative esperienze.

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La cultura è stato uno dei settori, insieme alla trasformazione fisica della Città, in cui il cambio di passo è stato più evidente: il festival del racconto Ristory; le collaborazioni con il Salone del Libro; il Premio Strega; Nati per Leggere e le iniziative del Sistema Bibliotecario Metropolitano sono la testimonianza di questo sforzo. Il Castello, ma anche l’Auditorium Franca Rame e il Parco del Monastero, ne sono stati la cornice perfetta. Uno sforzo al quale non si è mai sottratta l’assessore Nicoletta Cerrato e che continuerà, ne sono certo, nei prossimi anni con la stessa passione e professionalità. 

Accanto a questi eventi continueremo a promuovere e a sostenere iniziative e feste di piazza per riempire e colorare la nostra Città, il centro storico e i quartieri.

Anche qui però non possiamo fermarci. Saranno due gli elementi in particolare su cui vogliamo fare un passo in più.

Il primo riguarda il nostro Castello che è diventato il cuore culturale di Rivalta ed il nuovo simbolo della nostra comunità. Per questo vogliamo farlo diventare la nuova Piazza Sociale di Rivalta: un ambiente di incontro e scambio di idee, dove si fa e si riceve cultura, uno spazio profondamente interconnesso con la città e con i suoi servizi. Vogliamo, per dirla con le parole di Italo Calvino, che “ogni volta che si entra nella piazza ci si trovi in mezzo ad un dialogo.”

Il secondo, che ha forti interconnessioni con il rilancio dei beni comuni e con il protagonismo giovanile, riguarda la valorizzazione della street art e la promozione di iniziative di arte urbana. Ne stiamo vedendo qualche assaggio in queste settimane, ma vi assicuro che si tratta solo dell’antipasto.

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Un negozio aperto garantisce un presidio costante, di sicurezza e ascolto. Per questo crediamo molto nella funzione sociale degli esercizi commerciali di vicinato. Ne abbiamo riscoperto l’importanza in questi lunghi mesi quando si sono completamente riorganizzati per starci accanto. Continueremo a sostenerli anche perché le sfide che li attendono hanno bisogno di trovare in noi un alleato fidato. Ci concentreremo sul progetto “Territorio e Impresa” e sullo sviluppo del distretto diffuso del commercio come fattore di innovazione, integrazione e valorizzazione di tutte le risorse di cui disponiamo.

Durante i mesi più duri della pandemia accanto ai negozi di vicinato, anche il nostro sistema di protezione civile è stato fondamentale per superare le criticità e supportare chi era più in difficoltà. Ne abbiamo riconosciuto tutti l’importanza e l’assoluta necessità. Per questo continueremo a sostenerli: ampliando la dotazione strumentale a loro disposizione; promuovendo occasioni di formazione costante; coinvolgendoli nelle scelte, nella pianificazione e nella divulgazione del piano di protezione civile.

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Solo in Italia, secondo i dati che la Caritas Italiana ha reso pubblici sabato nel Rapporto 2021 su povertà ed esclusione sociale dal titolo “Oltre l’ostacolo”, si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al pre pandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta: 5,6 milioni, pari a 2 milioni di nuclei familiari. L’incidenza delle famiglie si conferma più alta nel Mezzogiorno, anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord, dal 5,8% al 7,6%.  

Anche a Rivalta la situazione non è differente. In questi mesi abbiamo visto crescere i bisogni e l’emergere di nuove fragilità. Abbiamo la necessità di poter contare in questa fase sul CIdiS, sulla forte rete del Terzo Settore, impegnata con l’Amministrazione nella co-progettazione dei servizi e dell’assistenza, e sullo straordinario contributo delle Caritas parrocchiali. Queste alleanze saranno ancora più importanti nel prossimo futuro per potenziare un indirizzo di welfare di valore educativo, etico e comunitario. 

Sarà fondamentale agire su un doppio livello: da un lato sostenere i tanti che non ce la fanno con il rafforzamento delle politiche di assistenza economica e sociale, e per questo trovo surreale il dibattito sul reddito di cittadinanza che necessita di miglioramenti certo ma non di una sua abolizione, dall’altro strutturare, perché assente nelle nostre politiche sociali, azioni e misure in grado di essere promotori di uno sviluppo collettivo.

Dobbiamo iniziare a praticare un welfare generativo che sia capace di responsabilizzare le persone che ricevono aiuto, al fine di aumentare l’efficacia degli interventi a beneficio dell’intera collettività. Accanto ai pilastri della solidarietà e dell’uguaglianza ve n’è un’altro che si deve necessariamente affiancare: quello della responsabilità con cui chiediamo ai cittadini di interrogarsi sul contributo che ciascuno per la propria parte può dare nella realizzazione di qualcosa che si può definire come un bene comune.

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Accanto a questo importante tema vi è quello dell’invecchiamento della nostra società che ci segnala certo l’allungamento del tempo di vita, ma anche l’incremento delle problematiche connesse con i temi della cura. Non è questo un settore che sta nella disponibilità dell’Amministrazione Comunale, ma le conseguenze di una cattiva, se non assente, gestione sì. 

Sarà fondamentale, da questo punto di vista, lavorare sulla domiciliarità e sul diritto alle cure sanitarie e socio-sanitarie, in particolare per la non autosufficienza e la media autosufficienza. Occorrerà insistere, in vista dell’annunciata Riforma di questo settore, sulla necessità di sostegni economici e servizi territoriali, con la piena responsabilizzazione del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale, in grado di supportare la permanenza a domicilio, finché possibile, come alternativa al ricovero nelle RSA. 

Noi faremo la nostra parte con il CIdiS e con l’RSA che ospitiamo,  il Bianca della Valle, nell’ottica di una sua apertura al territorio con l’offerta di nuovi servizi per chi sceglie di trascorrere, seppur con qualche difficoltà, la propria quotidianità al domicilio.

Chiederemo alla nostra Asl di potenziare il sistema della medicina del territorio e  di rafforzare l’integrazione con i servizi socio-sanitari, tanto più attuale oggi dopo averne incredibilmente sentito la mancanza durante la pandemia. Il modello di riferimento esiste e si chiama Casa della Salute o Casa della Comunità come indicato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A Rivalta abbiamo le competenze e soprattutto la volontà affinchè questo progetto trovi la sua naturale collocazione nei locali di piazza Martiri.

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Non ci sarà mai un autentico sviluppo collettivo se Rivalta guarderà alle persone disabili come soggetti da assistere, e non invece cittadini da tutelare nei diritti. Bisogna riconoscere il diritto alla costruzione di progetti di vita e di piena realizzazione di sé, ricordandoci che insieme ai loro bisogni ci sono volontà, attitudini e desideri. In quest’ottica faremo nostri i principi e le indicazioni della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, e, continuando ad accompagnare i piccoli, inizieremo a costruire i loro percorsi futuri, che troppo spesso sono quanto di più preoccupante ci sia per le famiglie. 

Anche per questo ho deciso di declinare una specifica delega proprio alla disabilità. Abbiamo la fortuna di aver costruito una forte rete di famiglie, le nostre Scintille, con cui continueremo a lavorare per costruire una Rivalta sempre più inclusiva, perché sono convinto, per usare le parole di William Sloane Coffin, sacerdote cristiano americano e attivista per la pace del secolo scorso, che “la diversità può essere la cosa più difficile per una società con cui vivere e forse la cosa più pericolosa per una società senza”. 

Partiremo, lo abbiamo annunciato in campagna elettorale, dalla realizzazione del primo parco giochi inclusivo della nostra Città, per estendere il concetto a tutti gli ambiti della nostra quotidianità: dalle ancora troppe barriere architettoniche presenti, all’accessibilità delle proposte culturali e sportive; dalle ore di educativa nelle scuole, alla realizzazione di un centro sovra comunale per le autonomie e il potenziamento delle abilità.

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Rivalta è un territorio inclusivo delle tante diversità. Per questo è da sempre una terra d’accoglienza. Negli anni cinquanta del secolo scorso è  iniziata l’immigrazione dei veneti dal Polesine, poco dopo, con il boom della FIAT intere famiglie dal Sud Italia e negli ultimi trent’anni accogliamo chi scappa dalle guerre e dalla fame dai tanti Sud del Mondo. Ci sono state esperienze di integrazione meravigliose e storie di riscatto che devono rendere orgogliosa tutta la nostra comunità. Oggi stiamo vivendo il dramma del popolo Afgano, che interroga le coscienze di molti di noi e a cui dobbiamo prestare la massima attenzione e solidarietà, anche oggi che non è più al centro del dibattito televisivo. Per questo continueremo a sostenere le realtà rivaltesi che si occupano di accoglienza e favorire percorsi di integrazione, con particolare riferimento ai minori, ai giovani e alle donne, così come proseguiremo la collaborazione con il Consorzio Socio Assistenziale, la Prefettura, gli altri Comuni e il terzo settore per progetti destinati a migranti e richiedenti asilo.

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Per mantenere la vocazione di Rivalta amica della famiglia è necessario valorizzare e tutelare un altro elemento della nostra Città, e, ne siamo certi, uno dei motivi per cui molte giovani coppie decidono di trasferirsi nel nostro Comune. Mi riferisco al suo ambiente naturale: il Torrente Sangone, la Collina Morenica, i grandi Parchi urbani. Tre elementi che sono la nostra vera ricchezza e che fanno di Rivalta una anomalia rispetto al resto dei Comuni della prima cintura di Torino, molto più urbanizzati e antropizzati. In questa direzione va il nostro impegno a promuovere, insieme alle associazioni ambientaliste, ai comuni limitrofi, alla Città Metropolitana di Torino e alla Regione Piemonte l’istituzione di un vincolo sovracomunale a tutela della Collina Morenica; così come è altrettanto importante proseguire i lavori di difesa spondale del Sangone al confine con Bruino e mettere in sicurezza il Rio Garosso e gli altri canali che attraversano il Centro Storico e il nostro territorio comunale. Proprio su quest’ultimo punto occorre farsi trovare pronti per cogliere le opportunità che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza metterà a disposizione dei Comuni.

Il riscaldamento globale e la crisi climatica, di cui parlano purtroppo troppo poco i governi mondiali, ci devono spingere a declinare la nostra attenzione ambientale sui temi della prevenzione e protezione idrogeologica, della riduzione delle emissioni di calore, dell’aumento del trasporto collettivo pubblico. Proprio su quest’ultimo punto l’opera che rivoluzionerà la nostra mobilità pubblica e privata sarà l’arrivo della metropolitana ferroviaria al San Luigi, un intervento che aspettiamo da troppo tempo e che finalmente si è incanalato nella giusta direzione.

In campagna elettorale ho fatto più volte riferimento ad un vero e proprio progetto di Forestazione Urbana. Ci tengo a ribadirlo anche in questa sede. Nei prossimi cinque anni Rivalta sarà invasa dagli alberi, e questa azione deve essere intesa come una vera e propria infrastruttura di salute pubblica in grado di aiutare il benessere fisico e mentale dei cittadini. E’ un dovere morale verso le future generazioni perchè, come scrive Stefano Mancuso, “le Città rappresentano meno del 2% delle terre emerse. Da questo 2% proviene l’80% di anidride carbonica, dei rifiuti e del consumo delle risorse del pianeta”. La Foresta Urbana di Rivalta è il terzo impegno a cui ho chiesto di lavorare da subito agli uffici. 

C’è un tema invece sul quale Rivalta ha ancora parecchia strada da percorrere: la tutela e il benessere degli animali d’affezione. Non sempre la Città offre loro i servizi e le attenzioni che meritano, così come, occorre sottolinearlo, non sempre chi ha un animale si comporta in modo responsabile e rispettoso verso l’intera comunità. Gli animali domestici svolgono un ruolo insostituibile di mediatori nei processi terapeutico-riabilitativi ed educativi e i dati scientifici lo confermano. A Rivalta abbiamo attuato progetti di pet therapy nelle scuole e nella biblioteca, ma vogliamo continuare su questa strada e migliorare ulteriormente. Per questo ci impegniamo ad approvare un regolamento per la tutela e il benessere degli animali; ad ampliare il numero delle aree cani nelle zone attualmente sprovviste e, soprattutto, a promuovere attività di informazione ed educazione per favorire il rispetto degli animali, la tutela del loro benessere e la corretta relazione con l’uomo.

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I cambiamenti di Rivalta in questi anni sono stati innanzitutto fisici: la quantità di opere pubbliche che sono state realizzate, e di quelle ancora in corso, sono sotto gli occhi di tutti. Il merito va al nostro ufficio tecnico, che non smetterò mai di ringraziare abbastanza, e all’assessore Ivana Garrone, rivaltese doc innamorata del suo Paese, ma soprattutto instancabile e tenace nel seguire i cantieri, mediare con i cittadini, interessarsi tanto dei grandi progetti, quanto delle piccole necessità manutentive.

Ci sono già diciannove lavori grandi e piccoli – finanziati per 7,5 milioni di euro e già progettati – pronti a partire nell’arco dei prossimi dodici mesi e che interesseranno tutto il territorio, e quattro richieste di finanziamento, per altri 9,5 milioni di euro, inoltrate a Governo, Regione e Fondazioni Bancarie per altrettanti interventi. 

Ma non ci possiamo fermare adesso. C’è un grande tema legato alla rigenerazione urbana di alcuni ambiti del territorio, via Orsini e Casermette per citare i più noti; c’è la necessità di continuare a rendere più urbani i principali assi di comunicazione viaria che attraversano Rivalta; c’è soprattutto l’obbligo morale di ampliare i servizi nelle aree di nuova urbanizzazione, soprattutto nel Gerbolano e lungo l’asse di via Giaveno. 

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C’è un senso comune difficile da scardinare che vale a Rivalta e in tutti i comuni d’Italia: la sensazione per chi abita lontano dal centro di sentirsi isolato e, peggio ancora, trascurato. Io abito a Pasta da sempre e questa sensazione la avverto spesso chiacchierando con gli abitanti del mio quartiere e degli altri. 

Bisogna invece far sì che ogni quartiere diventi un “piccolo centro” curato, servito e valorizzato da una propria e specifica progettualità sia di infrastrutture sia di servizi e opportunità per i cittadini, ma occorre anche, e questa è la sfida più difficile, far sentire il centro storico – il Castello, la biblioteca e il ricetto – come un elemento identitario collettivo di cui andare tutti orgogliosi. 

Dobbiamo continuare su questa strada, l’unica che conosco, per far sì che tutti si sentano rivaltesi e soprattutto contenti di esserlo.

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Le “cose” in Comune si fanno se oltre alle buone idee ci sono le persone che le rendono possibili. A Rivalta questo binomio fino ad ora ha funzionato e per questo è importante continuare ad investire sul personale, valorizzandolo e mettendolo nelle condizioni di lavorare al meglio. 

Continueremo ad investire per garantire la giusta dotazione di personale a tutti gli uffici, in particolare ai servizi demografici e alla Polizia Municipale, ad aumentare le attrezzature tecniche e strumentali a disposizione di tutti i settori per svolgere al meglio il proprio lavoro. 

Accanto a questo dobbiamo continuare a sfruttare la tecnologia per offrire ai rivaltesi la possibilità di inoltrare domande, ricevere documenti, certificati e informazioni anche on line. Lo strumento – lo sportello telematico – c’è, adesso occorre entrare nella fase della promozione e dell’implementazione dei processi di digitalizzazione dei servizi e degli uffici.

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Ho provato con questo mio intervento a descrivere quali sono le principali linee di indirizzo sulle quali l’amministrazione che ho l’onore e l’onere di guidare si muoverà nei prossimi cinque anni e su queste ci attendiamo il giudizio, le critiche e anche gli incoraggiamenti del Consiglio Comunale e dei rivaltesi.

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Prima di concludere il mio intervento permettetemi ancora qualche ulteriore considerazione.

Le elezioni del 3 e 4 ottobre hanno premiato in modo netto la coalizione che ha sostenuto la mia candidatura a Sindaco. Questo risultato, per le dimensioni che ha assunto, aumenta ancora di più le mie e le nostre responsabilità. Responsabilità che siamo pronti a condividere con tutta la Città: con il mondo associativo organizzato e con quello spontaneo, con le nostre scuole, con il mondo dell’impresa, con le nostre Parrocchie. 

Ma il luogo principe della democrazia cittadina è quest’aula ed è proprio a voi consiglieri, di maggioranza e minoranza, che rivolgo un appello alla collaborazione, ciascuno per il ruolo che ricopre, nell’interesse della Città. 

La porta del mio ufficio sarà sempre aperta, pronta a raccogliere suggerimenti, proposte, critiche e magari, se ci scappa, anche qualche complimento. 

Avremmo fatto bene il nostro lavoro se alle prossime elezioni amministrative riusciremo a portare alle urne più elettori di quanti ne sono venuti questa volta. Abbiamo il compito di rappresentare anche i tanti, i troppi, che hanno scelto di non votare. “E’ il tempo dei costruttori”, ci ricorda in molti dei suoi interventi il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Facciamo nostro, anche Rivalta, il suo invito.

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Chiudo con i ringraziamenti: a tutti e sessantaquattro i candidati al consiglio comunale che hanno scelto di mettere la loro faccia accanto alla mia; ai rivaltesi che si sono recati alle urne, sia chi ha votato per noi sia chi ha scelto altre liste e candidati; ai tanti volontari che hanno animato nelle piazze, nei mercati, nei giardini, nelle loro case la campagna elettorale. Un bellissimo esercizio di democrazia che non dobbiamo mai dare per scontata.

Per me è un onore essere qui oggi a pronunciare questo intervento. Se questo è stato possibile il merito è senz’altro della mia famiglia: di mia mamma, mio papà, di mio fratello e delle mie sorelle che hanno sopportato questa mia passione e che mi hanno sempre sostenuto e aiutato. Solo loro sanno quante lettere hanno imbustato e quanti volantini hanno messo nelle buche in questi anni.

Devo un ringraziamento speciale ad Emanuela, Alice e Tommaso costretti a vivere con un marito e un padre un po’ ingombrante e troppo spesso assente di cui spero possano essere fieri.

Un grazie infine alla mia comunità politica, un grande gruppo di amici e compagni, con cui ho condiviso vittorie e sconfitte e che mi hanno dato molto più di quanto io ho dato loro in questi anni.

Dedico questa mia esperienza a chi oggi non è con me e con noi: a Nicola, a Beppe e a mia sorella Claudia. Sono tutti e tre andati via troppo presto, ma, almeno in me, è ancora forte la loro presenza, perché, per usare le parole di Isabel Allende, “non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo”.

Grazie.